DI EUGENIO BENETAZZO
eugeniobenetazzo.com
Potete lamentarvi, scioperare o peggio ancora suicidarvi ma il risultato non cambierà: stiamo vivendo una nuova selezione darwiniana
sia sul piano imprenditoriale, professionale e familiare. (io aggiungerei anche "personale". Note del "ri-postatore") Si salverà in
qualità di imprenditore, lavoratore o padre di famiglia chi ha avuto
più buon senso e lungimiranza degli altri negli anni passati,
preservando il proprio patrimonio, continuando a risparmiare, limitando o
proprio evitando il ricorso al debito, investendo nel nuovo che adesso
sta emergendo, pensando come si suol dire fuori dal coro.
Mi fanno ridere i servizi di inchiesta televisiva predisposti ad hoc dai talkshow italiani per cercare di suscitare la compassione
dei telespettatori nei confronti di giovani coppie che si trovano
adesso in difficoltà per il mutuo o gli eccessi di debito che hanno
contratto con la loro banca. Sull'ultimo che ho visto veniva
intervistata una giovane coppia in cui lei (in dolce attesa) lavorava a
cottimo su chiamata in una cooperativa mentre lui faceva l'addetto in un
call center. Si lamentavano del mutuo e inveivano con la banca perchè
aveva inviato loro una comunicazione per il mancato pagamento delle
ultime tre rate.
Parliamoci chiaro: a persone come queste, nessuno ha puntato una pistola alla tempia e li ha obbligati a contrarre un mutuo a trentanni a tasso fisso,
nessuno li ha obbligati a comprare a rate un mega appartamento con la
station wagon fiammante nuova sotto il culo, nessuno li ha obbligati a
richiedere ed utilizzare una carta di credito con plafond revolving per
comprare la televisione al plasma o peggio ancora per andare in vacanza
a rate. Troppo facile adesso prendersela con le banche. Prenditela con te stesso.
Tu sei la causa dei tuoi mali se ti sei lasciato convincere a contrarre
troppo debito facile, se hai intrapreso scelte di vita (come sposarsi e
fare figli) senza avere messo da parte un minimo di risparmio per le
spese di contingenza e i momenti di difficoltà. Sul fronte
imprenditoriale forse è ancora peggio: adesso si vede chi è veramente
imprenditore e ha capitalizzato la propria azienda, magari anche
vendendola per abbandonare il mercato di riferimento iniziale per
intraprendere un altro mestiere o una nuova attività imprenditoriale in
altro settore.
La propaganda mediatica ogni giorno ci racconta di sempre più persone
che decidono di togliersi la vita perchè hanno perso il lavoro o perchè
la loro azienda è ormai in fin di vita: episodi di cronaca nera che
purtroppo continueranno ad aumentare in numero crescente nei
prossimi anni. Non si tratta di qualche mese e dopo ritornerà il sereno,
siamo appena agli inizi. Una trasformazione epocale del mondo del
lavoro, del modo di fare impresa e del modo di pianificare la nostra
vita (famiglia, pensione, welfare). La maggior parte degli italiani
(studenti, lavoratori e imprenditori) è psicologicamente ancora
impreparata a metabolizzare quanto sta caratterizzando questi ultimi due
anni: la causa è da ricercare proprio in un Paese come il nostro, il grande protettore,
che ci ha sempre stati abituati ad essere protetti e supportati per
qualsiasi richiesta o stato di malessere. Adesso che lo Stato deve
limitare il suo intervento a sostegno del tessuto sociale, adesso che
deve fare marcia indietro con il modello di stato sociale sfacciatamente
protezionistico di cui si è vantato negli anni prima, adesso percepiamo
cosa significava in passato essere coccolati.
Iniziate pertanto ad entrare il prima possibile in sintonia con questo
cambiamento, come imprenditori e lavoratori metabolizzate il fatto che
solo voi con le vostre risorse, il vostro estro, talento e i vostri
risparmi potrete supportare momenti di tensione e di ulteriore futura
contrazione economica. Non ci sarà mai più quella serenità che ha
contraddistinto la vita dei nostri genitori: quanto è stato garantito
loro infatti adesso lo dovranno pagare proprio i più giovani
paradossalmente con ingenti sacrifici e rinunce, vivendo in uno stato
di insicurezza e disagio continui. Non confidate nella politica
(presente o futura) per uscire dal tunnel: ci siamo entrati e non ne
usciremo mai più. Cominciate a familiarizzare il più possibile
sull'immagine che proiettarà il nostro paese tra una decina di anni:
la maggior parte della popolazione ridotta in uno stato di povertà
endemica, con livelli reddituali pavimentali, grande conflittualità
sociale amplificata dalla presenza di maestranze extracomunitarie ed
infine una piccola nicchia del paese molto ricca e benestante.
Sostanzialmente il modello sudamericano degli anni settanta: tanti
poveri e pochi ricchi.
Eugenio Benetazzo
Fonte: www.eugeniobenetazzo.com
Link: http://www.eugeniobenetazzo.com/scenario-sudamericano.htm
17.04.2012