(da Come Don Chisciotte)
DI NAFEEZ MOSADDEQ AHMED
The Guardian
Il collegamento tra crescente disuguaglianza, debito, cambiamenti
climatici, dipendenza da combustibili fossili e crisi alimentare globale
è innegabile.
Appena dopo due anni da quando il dittatore dell'Egitto Presidente Hosni
Mubarak si è dimesso, poco è cambiato. La famigerata Piazza Tahir al
Cairo è rimasta un continuo sito di scontri fra manifestanti e forze di
sicurezza, nonostante un presidente eletto recentemente. E' la stessa
storia in Tunisia e Libia dove le proteste e le sommosse sono perdurate
sotto gli apparentemente democratici governi attuali.
Il problema è che i cambiamenti politici portati avanti dalla
primavera araba erano largamente superficiali. Grattando sotto la
superficie, si trova la stessa combinazione mortale di crisi ambientali,
energetiche ed economiche.
Sappiamo ora che i fatti scatenanti della primavera araba furono gli
aumenti senza precedenti del prezzo del cibo. Il primo segnale che le
cose si stavano disfacendo colpì nel 2008, quando una carenza globale di
riso coincise con aumenti drammatici dei prezzi di prodotti di base,
scatenando rivolte per il cibo in Medio Oriente, Nordafrica e Sudasia.
Un mese prima della caduta dei regimi egiziano e tunisino, la FAO
riportava aumenti dei prezzi da record per latticini, carne, zucchero e
cereali.